martedì 20 dicembre 2011

Natale a Sanremo: oscuramento globale

L’oscuramento globale è servito! Sanremo: mattinata del 20 dicembre 2011. Nell’arco di poco più di un’ora, il cielo azzurro e terso, solcato da qualche nuvola brillante e vaporosa, è stato sfigurato dai velivoli chimici che hanno vomitato immense scie. Le chemtrails, espandendosi, hanno creato una patina omogenea attraverso cui filtra appena una cadaverica luce solare. Buon Natale a Sanremo, la città dell’immondizia e delle scie tossiche!

Zoc, se ci sei, sfodera il fioretto.

martedì 29 novembre 2011

Sanremo: come in alto, così in basso



Sanremo: come in alto, così in basso

martedì 4 ottobre 2011

Nebbia chimica sulla Liguria

Continuano senza requie i voli della morte: passaggio dopo passaggio, il cielo viene intonacato. Da quando, dopo qualche giorno di fermo tecnico, gli aerei chimici hanno ricominciato a tessere le loro ragnatele, l’azzurro del firmamento è virato prima nel celeste, quindi in un bianco in cui affiora appena una sfumatura grigio-cilestre che riduce la visibilità ad un miglio.

La nebbia di ricaduta, risultato dei voli notturni e delle irrorazioni con scie non persistenti durante il giorno, è sempre più fitta, soffocante, mefitica. I pochi cumuli che si sono formati sono stati fagocitati dai composti igroscopici. Qualcuno, non notando scie durevoli, crede che le operazioni si siano interrotte: in realtà la caligine densa impedisce talora di scorgere i velivoli, inoltre le attività sono spesso concentrate nottetempo. Già all’imbrunire, ad un occhio attento non sfuggiranno i sorvoli per opera dei soliti aerei. Al mattino l’orizzonte sarà mezzo cancellato dalla bruma.

Tonnellate di letale nanoparticolato vengono riversate ogni giorno nell’atmosfera, fra la beata indifferenza della maggioranza della popolazione, mentre i negazionisti, per tentare di dimostrare che è tutto normale, continuano a proporre fotografie realizzate con programmi di videografica, in cui il cielo appare di un blu falso, sintetico.

Più di tante parole, però, è eloquente l’immagine a corredo di questa breve cronaca.

domenica 2 ottobre 2011

Udito un altro scoppio fragoroso in Provincia di Imperia

Il 27 settembre scorso, in gran parte della provincia d'Imperia, è stata udita un'altra assordante detonazione. Ne danno conto, in una breve cronaca, Fabrizio Tenerelli e Marco Guglielmi di "Riviera 24", mentre le altre testate regionali hanno evitato anche solo di accennare al fatto. Il fenomeno viene "spiegato" da deficienti disinformati o da disinformatori deficienti in modo ridicolo, chiamando in causa inesistenti mine fatte brillare o caccia che avrebbero infranto la barriera del suono. Gli aerei in buona misura c'entrano, ma non nel senso congetturato da sprovveduti o da negazionisti...

P.s. Qualcuno regali un dizionario dei sinonimi a Tenerelli ed a Guglielmi: quante volte hanno ripetuto il termine "boato"?


Un forte boato è stato avvertito questa mattina (il 27 settembre u.s.) intorno alle 10.15, in buona parte della provincia di Imperia, a cominciare da Sanremo ed Imperia. Tante persone hanno pensato in un primo tempo che si trattasse di una scossa di terremoto e per questo motivo ci sono state numerose telefonate alla Polizia municipale e ad altri enti di soccorso. Dai primi riscontri, sembra che il boato sia stato causato dal passaggio di un aereo che ha infranto la barriera del suono, dal momento che non è stato registrato alcun sisma. Non è la prima volta che si sentono boati di questo genere in provincia di Imperia, in particolar modo nella zona compresa tra Taggia e Sanremo. Accertamenti sono ancora in corso per capire l'origine di questo boato.

Fonte: Riviera24

venerdì 23 settembre 2011

Boati a Roverino, frazione di Ventimiglia

Si ripetono in Liguria i misteriosi boati: nei giorni scorsi assordanti deflagrazioni sono state udite ad Arma di Taggia ed a Roverino, frazione di Ventimiglia.

Alcuni cittadini preoccupati hanno scritto alle redazioni dei quotidiani locali per segnalare il fenomeno e per chiedere delucidazioni sulle possibili cause, ma nessun ente o "esperto" si è premurato di rispondere. Un lettore di Sanremonews, forse un appartenente alla cricca dei negazionisti, ha tentato di rassicurare i cittadini, chiarendo che le deflagrazioni provengono dalla cava “bergamasca”. E’ una spiegazione che non convince per nulla: la cava è nei dintorni della frazione Bevera e non prossima a Roverino. Inoltre le detonazioni sono risuonate anche altrove, in una zona compresa tra Diano Marina ed il confine con la Francia, lontano da cave o cantieri per la costruzione di gallerie. Tra l’altro, per scavare i tunnel, da tempo non si impiegano più le mine, ma speciali macchinari (talpe) che sbriciolano le rocce.

Stando così le cose, si deve ipotizzare che gli strani fragori, frequenti pure negli Stati Uniti e per i quali non sono state mai fornite risposte plausibili, sono legati ad operazioni belliche o all’uso di tecnologie esotiche. Le scie chimiche, le emissioni elettromagnetiche, i continui voli di unità militari compongono un quadro il cui soggetto oltrepassa la più fervida immaginazione.


Articoli correlati:

Boato a Taggia ed a Sanremo: che cosa è successo veramente?
Boati a Sanremo: una nuova ipotesi
Un altro boato nel Ponente ligure


domenica 11 settembre 2011

Antenna camuffata a Poggio, frazione di Sanremo

Qualcuno potrebbe pensare si tratti di una leggenda metroplitana, ma purtroppo non è così. Le società telefoniche o, meglio, i militari che gestiscono le radio-comunicazioni e varie operazioni strategiche sovente installano antenne dissimulate: nascosti nei campanili delle chiese oppure camuffati da crocifissi o da alberi, questi apparati si aggiungono a tutti gli altri che ormai spuntano in ogni dove. Sono completamente inutili le petizioni, le denunce, le proteste: nessuno è mai riuscito ad ottenere che gli impianti, ufficialmente destinati ad usi civili, fossero disinstallati.

Negli ultimi anni, due frazioni di Sanremo in particolare, Poggio e Coldirodi, sono state trafitte da antenne di ogni foggia e dimensione, in totale spregio della salute degli abitanti e – male minore, ma non lievissimo – del decoro urbano. Coldirodi è diventata una specie di selva dantesca! La posizione elevata delle frazioni sopra citate si presta all’installazione di apparati che irradiano i loro nocivi campi magnetici, coprendo una vasta area. Se si eseguisse un’analisi epidemiologica, si potrebbe instaurare una correlazione fra presenza di stazioni radio-base (o presunte tali) ed insorgenza di disturbi e malattie (soprattutto tumori) negli abitanti delle zone circonvicine. Disponiamo di dati empirici e testimonianze di personale sanitario in merito, ma gli enti “preposti” si occupano di tutto, fuorché della salubrità degli ambienti in cui i cittadini vivono, lavorano e trascorrono il tempo libero.

Recentemente presso Poggio, lungo la strada provinciale che conduce a Ceriana, è stata impiantata un’antenna mimetizzata da conifera finta: è un camuffamento maldestro, ma il mostro tecnologico, dotato anche di un amplificatore per le microonde, ubicato su un declivio, è sulla stessa linea prospettica di un pino sicché è difficile scorgerlo, se non si presta attenzione.

Che le compagnie telefoniche (o chi per loro) ricorrano a tali stratagemmi la dice lunga sul micidiale pericolo che le antenne costituiscono per gli esseri viventi. La dice lunga sui veri scopi dei banditi al potere.

Congratulazioni all’amministrazione sanremese che avalla questi ed altri crimini!

Articoli correlati:

- R. Marcianò, Il delitto corre sulle microonde, 2011

- C. Penna, Antenne camufatte da crocifissi: le chiese collaborano attivamente all’inquinamento elettromagnetico, 2011


mercoledì 24 agosto 2011

Icone del nostro tempo

Cieli chimici e cieli naturali

lunedì 18 luglio 2011

Sanremo, il comune di Attila

Qualche anno addietro molti quotidiani liguri e del nord ovest titolarono “Strage di alberi a Sanremo”. Che cosa era accaduto? La scellerata amministrazione sanremese aveva deciso ex abrupto di sradicare decine di bellissime e maestose piante per mettere a dimora quasi esclusivamente palme, favorendo, in questo modo, qualche vivaista con aderenze presso il Comune. Fu addotto il pretesto che gli esemplari divelti erano malati: non era vero. Qualche matuziano protestò, ma gli amministratori, emuli di Attila, continuarono imperterriti nelle loro “deforestazioni” Le estirpazioni, specialmente di pini, seguitano ancora oggi, sebbene siano meno indiscriminate… perché ormai resta ben poco da distruggere.

Attualmente un parco come quello di villa Ormond, soprattutto nella parte che costeggia Corso Felice Cavallotti, è una deprimente sequela di stenti cespugli, di agavi improbabili, di palme di Chusan, un albero che con i suoi volgari pennacchi, pur con tutto l’amore per la natura, ci appare di una bruttezza assoluta. Il giardino di Piazza Colombo, tetra larva di quello coventrizzato per costruire dei posteggi sotterranei, è pietoso. Gli assessori competenti (si fa per dire) non hanno mai dimostrato né un briciolo di cultura né di buon senso: invece di abbellire gli spazi verdi con alberi ed arbusti della flora mediterranea o con essenze esotiche, ma frondose ed ornamentali, perpetrano scempi.

Ecco allora che i pochi angoli ancora ameni di Sanremo sono oasi di un tempo che fu, quando privati cittadini, soprattutto stranieri, e sindaci onesti ed accorti (oggi l’espressione “sindaco onesto ed accorto” è un ossimoro), su impulso di giardinieri dotati di fine senso estetico, crearono parterres incantevoli.

La situazione presente è molto diversa: nei parchi sanremesi non viene svolta un’idonea manutenzione, un po’ alla volta, molti arbusti rinsecchiscono, l’avifauna è pressoché estinta, le cartacce si accumulano nelle aiuole… Infine le turistiche bordure in cui occasionalmente vengono piantati dei fiori creano un contrasto stridente con il misero spettacolo tutto intorno.

Se poi si leva lo sguardo al cielo… meglio tacere.



giovedì 14 luglio 2011

Identificato l'agente Wasp. Angelo Nigrelli: atto III

Wasp, chi era costui? Uno dei disinformatori più subdoli ed insultanti ha agito indisturbato per tre anni, disseminando calunnie, diffamazioni e contenuti scatologici a iosa... Dio, però, non paga il sabato e così eccolo identificato, con volto, nome e cognome, in tutto il suo splendore. Per Wasp è arrivata Filippi: presto sarà la volta dei suoi amichetti.

E' il 19 novembre 2007, allorquando mio fratello Antonio riceve questa email:

"Caro Antonio, ho assistito alla conferenza sui cambiamenti climatici e, dato che i relatori non erano giornalisti e tantomeno "scientifici, ma meteorologi, quindi tecnici, ho trovato interessante l'esposizione documentata sulla realtà dei cambiamenti climatici nella nostra zona. Detto questo, condivido il proposito di tener desta l'attenzione sulle scie inviando di quando in quando lettere a Sanremonews. Tuttavia sarei curiosa o meglio, interessata, a conoscere la disponibilità della stampa locale sull'argomento. A giudicare dalla totale assenza di notizie in tal senso, temo che sia nulla, ma vorrei da Lei una conferma ed eventualmente la motivazione che i responsabili adducono per giustificare il loro silenzio. Grazie e buona, buonissima giornata anche se, questa mattina, strisciavano in mezzo alle nuvole! Teresa"

A questo messaggio ne seguirono altri, più verbosi che significativi. La signora Teresa chiese pure un incontro di persona, visto che ella risiedeva a Sanremo. Sembrava uno dei tanti contatti che quasi tutti i giorni si instaurano nell'ambito della nostra lotta alle attività di aerosol clandestine cominciata nelll'ormai lontano 2005. In seguito Teresa non scrisse più e la matronale donna fu dimenticata, così come dimenticammo che era stata proprio lei a procurarci il libro "Polvere di Stel", scritto dal figlio, con una prefazione di Achille Pennellatore. La vanità le è stata fatale.

Più recentemente siamo venuti a conoscenza del fatto che sul citofono dell'abitazione di Angelo Nigrelli (Wasp) appare anche il cognome "Barazzetti". A quel punto ci è tornata in mente Teresa... Teresa Barazzetti di Sanremo.

Abbiamo quindi proceduto ad una ricerca delle email ricevute in passato ed è saltato fuori l'incredibile: Teresa Barazzetti scriveva usando l'account del marito (nigrelli.angelo@tiscali.it), ovvero Angelo Nigrelli alias Wasp: il padre di Enrico Nigrelli, l'autista di autobus le cui azioni di stalking, in collaborazione con il padre Angelo, avevamo evidenziato nei mesi trascorsi.

Teresa Barazzetti era l'anello mancante per ricostruire l'organigramma ed i ruoli di una famiglia dedita alle ingiurie ed alla maldicenza, attraverso blog, canali video ed altri mezzi disponibili sulla Rete. Qual era il ruolo di Teresa? In tutta evidenza la moglie di Nigrelli si era prestata, nel 2007, per carpire informazioni personali, cercando di infiltrarsi nel nostro Comitato, spacciandosi per cittadina sensibile al problema "scie chimiche". E' un espediente collaudato in certi ambienti: Wasp è, a tutti gli effetti, una creatura (o un aborto?) dei servizi, protetta dalla Magistratura e dalla Polizia. A conferma di ciò, abbiamo raccolto altri elementi probanti, su cui qui non indugiamo, ma che saranno esposti al nostro legale, nel momento in cui sporgeremo denuncia/querela nei confornti dell'agente di Sanremo, Angelo Nigrelli.

Teresa, signorile nei modi, a differenza del marito zoticone, garrula, sofistica (i direttori di Sanremo News e di Riviera 24 ne sanno qualcosa) e vanagloriosa, ha costruito, insieme con i familiari, una cellula di delatori non privi di una certa scaltrezza, ma troppo sicuri di sé.

Wasp ora ha un volto ed un nome, insieme ad altri suoi colleghi. Il suo ruolo di diffamatore di professione è alla luce del sole. Chi lo dovesse incontrare, saprà che si tratta di individuo spregiudicato e dalla dubbia moralità così da regolarsi di conseguenza.



Descrizione dell'episodio delle riprese video:

Sono le 18:30 circa delll'11 luglio 2011. La regale consorte di Angelo Nigrelli (Wasp), Teresa Barazzetti, esce dalla tipografia per dirigersi verso casa, non molto distante, e, voltando il cantone, mi riconosce. Sbianca in volto per la sorpresa, si precipita in un antro del parcheggio sotteranneo di fronte, adagia sul marciapiede le sporte della spesa e chiama l'augusto consorte. Costui esce dalla tipografia e, sapendo in quale angolo mi trovo, inizia ad inquadrarmi in quella direzione.

Conscio che deve essere "buona la prima" lo riprendo anch'io, pur sapendo che mi ha scorto. Poi il raffinato locutore tenta una provocazione, berciando: "Vaffanculo te e quello stronzo di tuo fratello!" (sic). Avrebbe certamente cercato di prendermi la videocamera, così decido di allontanarmi. Tenta di rincorrermi, ma, arrancando, dopo un po', deve rinunciare. Ora mastica amaro, perché un agente scoperto è bruciato ed i primi a "scaricarlo" saranno i suoi sodali. Sarebbe stato preferibile se si fosse dedicato alla tipografia: meglio un misconosciuto, ma onesto artigiano che un famoso spione malato.

lunedì 11 luglio 2011

Identificato l'agente di Sanremo Angelo Nigrelli alias Wasp. Ora finalmente ha un volto

Wasp, chi era costui? Uno dei disinformatori più subdoli ed insultanti ha agito indisturbato per tre anni, disseminando calunnie, diffamazioni e contenuti scatologici a iosa... Dio, però, non paga il sabato e così eccolo identificato, con volto, nome e cognome, in tutto il suo splendore. Per Wasp è arrivata Filippi: presto sarà la volta dei suoi amichetti.

domenica 8 maggio 2011

Il delitto corre sulle microonde

Il segnale del picchio verde

Il 14 ottobre 1976, tutte le comunicazioni radio del globo furono interrotte da segnali radio di forte intensità. Le emissioni erano irregolari e si alternavano frequenze molto elevate a frequenze molto basse.

L'Unione sovietica, dopo essere stata identificata come la diretta responsabile, presentò delle formali scuse a tutti i paesi che avevano protestato. I loro "esperimenti" erano all'origine di questi disturbi. Poco dopo i Russi cambiarono lunghezza d'onda e cominciarono così le emissioni di gigantesche onde elettromagnetiche stazionarie.

I Sovietici avevano usato il "PIVERT", chiamato anche "Woodpecker" (Picchio), a causa del caratteristico suono ritmato che i rilevatori di segnali elettromagnetici avevano registrato. Questo suono assomiglia al rumore che si produce, battendo su una tavola con una penna, a una velocità di 14 colpi al secondo. Pare che il segnale venisse dalle città sovietiche di Riga e di Gomel, dove i Sovietici sperimentavano dei mastodontici generatori ad energia continua basati sulla tecnologia di Tesla. Come bersaglio fu scelta l'ambasciata statunitense a Mosca: tra il personale del consolato molti accusarono disturbi di varia natura (cefalea, insonnia, inappetenza, irritabilità, depressione...); alcuni furono colpiti da patologie, anche gravi, tra cui emorragie cerebrali, ictus, attacchi epilettici e tumori.

La strana morte di Mark Purdey

L'abitazione del medico veterinario Mark Purdey fu incendiata. Un giorno trovò la sua linea telefonica isolata. Un'altra volta vide degli estranei che si aggiravano, con fare sospetto, nei paraggi della sua fattoria. Questi estranei pedinarono a lungo sia lui sia la moglie. L'avvocato di Purdey morì in un incidente stradale, avendo perso il controllo dell'auto su cui viaggiava. E' stato riferito che un giorno l'autoveicolo, con alla guida Purdey, incrociò un autocarro dotato di strane apparecchiature. La morte di Purdey è avvolta nel mistero: il tumore cerebrale che lo colpì fu causato da campi elettromagnetici mirati e potenti?

Da fine ottobre 2010 sino ad aprile 2011 la nostra famiglia è stata coinvolta in una serie di drammatici eventi che, alla fine, nonostante innumerevoli tentativi, hanno portato alla morte di nostro padre, avvenuta il 3 aprile 2011. Molti dei lettori sapranno che nel periodo compreso tra fine novembre 2010 sino al 17 gennaio 2011, mio padre ed io siamo stati a Rozzano (MI), presso il centro ospedaliero Humanitas. Non mi dilungo nei particolari, visto che chi vorrà approfondire, può leggere questa sorta di resoconto in memoria del papà.

Dobbiamo giocoforza, però, ritornare su questa storia, poiché abbiamo il fondato sospetto che nostro padre sia stato, diciamo così... aiutato a morire. Sul tetto dell'edificio di fronte (sette piani - ora disabitato), a 110 metri di distanza, nel marzo 2005, furono installate due antenne di telefonia mobile. Nel settembre 2005 mio padre cominciò a conclamare disturbi motori per un tumore (glioblastoma IV, causato dai campi magnetici della telefonia mobile), che, però, non gli fu diagnosticato. Infatti, sino a dicembre 2010, tutti pensavamo, a causa di una diagnosi sbagliata dei medici sanremesi, al morbo di Parkinson.

_blankUna relazione di causa-effetto tra smog elettromagnetico e cancro al cervello intercorre evidentemente. Fatto sta che il nostro babbo conclamò in modo drammatico il tumore all'encefalo, il Glioblastoma IV, solo nell'ottobre 2010. Per cercare di salvarlo, decidemmo il ricovero in un centro specializzato per questo tipo di neuropatie, l'Humanitas.

Alla fine di dicembre 2010 mio fratello ed io iniziammo a concordare telefonicamente il rientro a casa, affinché fosse tutto pronto per la lunga convalescenza di papà a letto.

Il 17 gennaio 2011 il babbo firmò per le dimissioni. Partimmo alla volta di Sanremo dove arrivammo nel tardo pomeriggio.

Papà quella sera cenò nel suo letto, seguì qualche programma in televisione e si addormentò sereno, finalmente era a casa sua, con la famiglia. Ci sembrava di aver toccato il cielo con un dito: pensammo che l'incubo fosse concluso, ma qualcosa di terribile stava per accadere.

18 gennaio 2011, alle 8:30 di mattina sentii gridare mio padre che accusava un fortissimo dolore al piede sinistro. Visto il viaggio del giorno prima in auto, pensai ad un crampo e cominciai a massaggiare l’arto. Non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto che non era un innocuo crampo muscolare. Vidi, infatti, che papà cominciava a contrarre il viso, a sbattere gli occhi, a serrare la bocca. Nell’attimo in cui compresi, saltando dall'altra sponda del letto, che si trattava di una probabile emorragia cerebrale con attacchi epilettici, il dramma era già compiuto, poiché in quei secondi preziosi papà si morse la lingua, le labbra e si sublussò la mandibola, scheggiando anche due denti incisivi. Dovemmo chiamare subito il pronto intervento. I paramedici arrivarono dopo pochi minuti, mentre le scariche epilettiche di papà si ripetevano ed il sangue schizzava da tutte le parti. Subito lo portarono via. Lo seguii in ospedale. Le crisi epilettiche si avvicendarono per circa 40 minuti, nonostante i sedativi somministrati per “spegnere” le scariche. Il cuore arrivò per un attimo a 150 pulsazioni al minuto, poi si stabilizzò e papà si risvegliò. Una lacrima gli sgorgò dall’occhio destro. Chiamai l’infermiera, che per quei lunghissimi minuti era rimasta fuori, in una saletta adiacente. La informai che papà era appena uscito dalle crisi epilettiche. Lo trasferirono quindi nella stroke-unit.

Incredibilmente l’emorragia cerebrale, con sede nella zona dell’intervento stereotassico e che aveva procurato le crisi epilettiche, non produsse all'apparenza ulteriori danni neurologici. Gli arti si muovevano ancora e papà parlava in modo normale. Soffriva, però, di un’amnesia a breve e medio termine, ma questo sintomo è spesso causato dell’epilessia. In realtà non ricordava più neanche del ricovero a Rozzano.

Una settimana prima del ritorno a Sanremo mio fratello mi aveva comunicato che erano state installate delle nuove antenne sulla palazzina di fronte. Scattò, per fortuna, una serie di fotografie, adoperando la nostra vecchia videocamera Panasonic.

Mio padre, tutto sommato, al rientro a Sanremo, era in buone condizioni. Fatto sta che, solo 14 ore circa dopo il nostro rientro a casa, egli subì una gravissima emorragia cerebrale con annesse crisi epilettiche che si protrasero per un'ora. Caso vuole, una settimana circa prima, sul tetto dello stabile di fronte, era stato aggiunto uno strano apparato, che poi fu, fatto strano, rimosso il giorno successivo al decesso di nostro padre e solo quattro mesi dopo la sua installazione. Si notino il cablaggio avvolto in modo visibilmente provvisorio, il diametro notevole dei cavi e lo strano aspetto e colore dell'"antenna".

Nei giorni immediatamente precedenti al decesso, nostro padre fu colpito da altre due emorragie con crisi epilettiche. Fu la fine. Il 2 aprile entrò in coma ed il 3 aprile 2011, alle ore 23.11, esalò l'ultimo suo respiro.

Ci è stato confermato da diverse fonti "del mestiere" che quel particolare apparato, installato in direzione dei nostri locali d'abitazione per circa 130 giorni ed ora rimosso, è un'apparecchiatura "camuffata" probabilmente con sottile telo che, con molta probabilità è un cosiddetto "quinta banda" e cioè un'attrezzatura militare realizzata ed installata per arrecare danni, mediante fasci di microonde concentrati in una ristretta area. "E' un'antenna con un beam (fascio di emissione) che può variare tra 1 e 2 gradi, a seconda della frequenza di impiego. Di conseguenza a 110 metri di distanza il beam ha un'apertura tale da formare un cerchio elettromagnetico concentrato di circa 3 metri".

In definitiva, si deve pensare che abbiano irradiato in modo indiscriminato l'appartamento ed il più debole (nostro padre) della famiglia ha avuto la peggio.

Visto il chiaro collegamento che esiste tra le microonde e le emorragie cerebrali (oltre che i tumori) e data la strana coincidenza di eventi e fatti relativi alla morte del nostro babbo, la mente va subito ad un amplificatore di microonde. Considerato che ci occupiamo di temi scomodi, propendiamo ad una specie di vendetta trasversale o comunque ad un tentativo di distrarci dalla nostra opera di divulgazione, così come accaduto, in casi luttuosi del tutto assimilabili al nostro, ad altri noti attivisti in questi anni.


NOTA: i nostri numeri telefonici sono sotto controllo e quindi chi di dovere poteva benissimo sapere del mio rientro a casa e predisporsi in modo adeguato.

lunedì 25 aprile 2011

Ho cercato di salvarti

Ho Cercato Di Salvarti

sabato 9 aprile 2011

Nebbie di avvezione? No, foschie chimiche!

L’avvezione (dal verbo latino “advehere”, portare verso) è un movimento orizzontale di masse d’aria caldo-umide su regioni molto più fredde: la conseguente condensazione del vapore acqueo negli strati bassi della massa d’aria produce nebbie e piogge di avvezione.

Gli scalcinati ma scaltri meteorologi, avvezzi a mentire ed a raggirare il pubblico, al cospetto delle sempre più frequenti foschie chimiche di ricaduta, sono costretti ad arrovellarsi per spacciare circostanze indotte come fenomeni naturali: ecco allora, oltre alle classiche “innocue velature”, le nebbie di avvezione che, però, si formano solo in concomitanza di un’escursione termica notevole tra zone diverse della biosfera. Dove sono queste sensibili differenze di temperatura tra masse d’aria? Ammettiamo pure che tale situazione possa occorrere al mattino presto, quando i raggi solari riscaldano alcuni strati dell’atmosfera o in caso di forti sbalzi termici ed igrometrici da collegare a variabili meteorologiche di differente natura: è possibile, però, che questi fattori concorrano così spesso a generare caligini di avvezione?

In realtà, sui centri urbani, sulle zone rurali e montane ristagnano, quasi ogni giorno e per tutta la giornata, maleodoranti nebbie che sono la conseguenza diretta e palese delle operazioni chimico-biologiche: la visibilità è ridotta, il cielo è di un celeste pallido, l’aria è irrespirabile e pregna di veleni, la luce solare è appannata.

Tutto ciò non è normale! Eppure lo sdolcinato meteorologo matuziano, curando una rubrica sulle decisioni del tempo all’interno di una rete locale, ha trovato l’impudenza per definire le patine chimiche “nebbie da avvezione” (sic). Nebbie di avvezione? Sì, certamente: solo un cervello e dei sensi annebbiati come quelli del Pelide Achille possono vederle.

Fonte: Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. avvezione





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CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 7 febbraio 2011

Sanremo: Festival ed ospedali. Sempre di cessi si tratta

Fervono i preparativi per l'edizione 2011 del Festival di Sanremo: se la kermesse canora ci allieta solo per una settimana all'anno, ogni giorno o quasi nella "città dei fiori" si assiste al festival delle scie tossiche. Tuttavia, come fulgido esempio delle bellezze che impreziosiscono la cittadina ligure, abbiamo scelto qualche immagine della "stroke unit" all'interno dell'ospedale civico "Borea": tre posti letto per l'intera provincia di Imperia. E' una struttura di eccellenza tra zanzare in pieno inverno e macchinari fatiscenti: welcome to Sanremo!

Dedicato al disinformatore geologo Pier Luigi Torreggiani (alias Riosaeba alias gg).






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