Come abbiamo scritto in altri articoli (si legga in particolar modo Il punto di non ritorno) si ha l'impressione che ormai il quadro globale sia prossimo ad una svolta distruttiva. Se ne vedono i segni: naturalmente pochissimi li scorgono, eppure basterebbe un po' di attenzione per notare che il muro è ormai pieno di crepe, preludio di un imminente crollo. Concentriamo il discorso solo su uno dei numerosi "sintomi" della debacle ambientale: i platani che costeggiano alcune vie del centro di Sanremo, come via Garibaldi, già a metà agosto presentavano il manto fogliare in gran parte ingiallito, come se fosse autunno. I vari esemplari, sia quelli messi a dimora recentemente sia i platani annosi le cui chiome erano un tempo verdeggianti e folte, almeno fino a tutto settembre, quest'anno, invece, appaiono sofferenti, con le foglie che perdono la linfa e si accartocciano per cadere precocemente.
Quali sono le cause di questo preoccupante fenomeno? I veleni diffusi ogni giorno nell'atmosfera con i velivoli tossici, la drastica riduzione dell'umidità atmosferica, la scarsità e l'irregolarità delle precipitazioni.[1]
A proposito delle piogge, occorre ricordare che, nell'intero mese di agosto, a Sanremo si è scatenato un solo temporale della durata di pochi minuti, mentre, nel corso della stagione estiva, su dieci perturbazioni, nove sono state del tutto neutralizzate tra Provenza e Liguria occidentale, ed una è stata indebolita a tal punto che le nuvole imbrifere hanno lasciato cadere ben 0,1 mm di pioggia...
Come ha osservato il nostro amico Arturo: "Se lo scopo della manipolazione climatica è provocare la siccità, allora la geoingegneria funziona al 101%".
[1] Si ricordi che i rovinosi incendi, che sono divampati in California, sono stati causati e favoriti non solo dalla diffusione aerea di biossido di zolfo, come da anni denuncia, inascoltata, l'agronoma Rosalind Peterson, ma anche dai bassi valori di umidità atmosferica. Questo fattore deve senza dubbio essere collegato al criminale uso di composti igroscopici: è evidente che gli avvelenatori stanno scientemente trasformando ampie regioni del pianeta in sterili deserti, in primis con enormi danni all’agricoltura. Presto raccoglieremo i frutti amari del "piano desertificazione".
Quali sono le cause di questo preoccupante fenomeno? I veleni diffusi ogni giorno nell'atmosfera con i velivoli tossici, la drastica riduzione dell'umidità atmosferica, la scarsità e l'irregolarità delle precipitazioni.[1]
A proposito delle piogge, occorre ricordare che, nell'intero mese di agosto, a Sanremo si è scatenato un solo temporale della durata di pochi minuti, mentre, nel corso della stagione estiva, su dieci perturbazioni, nove sono state del tutto neutralizzate tra Provenza e Liguria occidentale, ed una è stata indebolita a tal punto che le nuvole imbrifere hanno lasciato cadere ben 0,1 mm di pioggia...
Come ha osservato il nostro amico Arturo: "Se lo scopo della manipolazione climatica è provocare la siccità, allora la geoingegneria funziona al 101%".
[1] Si ricordi che i rovinosi incendi, che sono divampati in California, sono stati causati e favoriti non solo dalla diffusione aerea di biossido di zolfo, come da anni denuncia, inascoltata, l'agronoma Rosalind Peterson, ma anche dai bassi valori di umidità atmosferica. Questo fattore deve senza dubbio essere collegato al criminale uso di composti igroscopici: è evidente che gli avvelenatori stanno scientemente trasformando ampie regioni del pianeta in sterili deserti, in primis con enormi danni all’agricoltura. Presto raccoglieremo i frutti amari del "piano desertificazione".
Piano dettaglio - Accordo Italia U.S.A. sul Clima
A Pagina 38 si legge:
WORKPACKAGE 10: Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri
Questo Workpackage ha come obiettivi:
1. lo sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell'ecosistema che permettano di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamento globale;
2. lo studio, l'analisi e la comprensione dei principali meccanismi di risposta della vegetazione e degli ecosistemi mediterranei ai diversi fattori di cambiamento (temperatura, precipitazioni ed aumento della concentrazione di CO2 atmosferica);
3. la quantificazione degli effetti complessivi del cambiamento sulla produttività e sulla vulnerabilità degli ecosistemi (fertilizzazione da CO2, variazione della disponibilità idrica ed aumento di temperatura).
In dettaglio le attività saranno:
1. l'esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione
2. l'approfondimento e la migliore conoscenza dei meccanismi di risposta delle piante attraverso la misura diretta dello scambio gassoso in condizioni di pieno campo
3. la verifica in campo di ipotesi sviluppate nell'ambito di esperimenti di laboratorio
4. la progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2.
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